ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.
“San Martino”, Giosuè Carducci
Gèmmea l’aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore…
“Novembre”, Giovanni Pascoli
A seguito delle prime gelate l’Estate di San Martino, celebrata l’11 di novembre, giorno di venerazione dell’omonimo santo, porta il bel tempo con temperature in rialzo rispetto alle medie stagionali.
Un antico proverbio recita “L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino”. Questa particolare ricorrenza del calendario indica un periodo autunnale all’insegna del bel tempo. Ma cosa c’entra San Martino di Tours?
L’antica leggenda riguarda infatti la vita di Martino di Tours. Durante il suo soggiorno in Gallia, tornando a casa durante un forte temporale avrebbe incontrato un mendicante. Vedendolo senza vestiti e infreddolito, Martino gli donò metà del suo mantello. Incontrando poco oltre un secondo mendicante nelle medesime condizioni, si privò anche dell’altra metà. Questo generoso gesto fu alla base di un miracolo: si placò infatti la tempesta, il vento smise di soffiare ed arrivò il bel tempo. Quella stessa notte Martino vide in sogno Gesù, che gli rivelò di essere lui il mendicante. Grazie a questo sogno Martino avrebbe deciso di convertirsi al Cristianesimo, iniziando così il cammino di fede che lo portò a diventare il vescovo di Tours nel 371 d.C.
Durante questo periodo, secondo le tradizioni contadine, venivano rinnovati i contratti agricoli annuali: il detto “fare San Martino”, cioè traslocare, viene proprio da qui. Inoltre tradizionalmente, durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo.
Ma l’Estate di San Martino fu di grande ispirazione per molta letteratura: si può infatti ritrovare alla base della famosa lirica “San Martino” di Giosuè Carducci, oltre che nel successivo componimento “Novembre” di Giovanni Pascoli.
